domenica 8 aprile 2012

Palpitanti sospensioni

Quando gli oggetti
dai vetri chiusi delle case
il mondo dall’alto scrutano

pare prendano respiro mentre l’attenzione
dal basso sulla loro essenza spalmi

Emozione e battito
rapiscono
e solo dopo narrano

del carezzevole tepore
che fascia e nutre il tuo stupore

E dal freddo della strada intanto
su immaginari parquet a piedi scalzi
sogni e languidi sospiri intrecci

immagini fantastiche ed emozioni
amoreggiano su tappeti un po’ sbiaditi

Utopistici tuffi
in esistenze parallele
giocati in battiti di ciglia

palpitanti sospensioni
dentro il grigio susseguirsi della vita

tiziana mignosa
febbraio duemiladodici

L'Idea diletta

Come bonsai
che accumulando invisibile valore
l’esuberanza dell’estensione mortifica alla vita
in nome dell’idea diletta dell’Amore
ogni germoglio ho reciso
che mi avrebbe portato
a rami dalle verdi fronde senza radici

Verdi orgasmi
senza braccia per amplessi un po’ più ampi
che non offrono nutrimento al giardino intero
e si consumano
come piccoli soli dentro il vaso

tiziana mignosa
marzo duemiladodici

L'abitudine

Stronca il batticuore
quando l’abitudine le scarpe toglie
gusto che alle spalle
la sua forma perde

Anime strappate
a gioia e trepidazione
come fiori senza odore
teli gettati in faccia al sole

Debolezza acerba
che l’attenzione strozza
cantilena sulla via
incisa a noia sulla memoria

tiziana mignosa
marzo duemiladodici

sabato 7 aprile 2012

Il mio segreto

Prende forma il mio segreto
mentre nella tua dolce assenza
giorno dopo giorno
mi smarrisco e penso

Ti osservo e poi mi perdo
nel tuo mondo di velluto sconosciuto
e ti fascio coi nomignoli più dolci
e probabili mestieri

Quaranta minuti
che troppo in fretta si dissolvono
e daccapo forma prendono
quando è di nuovo giorno

Illudendomi di gioia
d’improvviso dal tuo fare
magneti screziati si sollevano
invadendomi di mare e desiderio

Inatteso è il battito
cuore al posto della gola
dissolvendo nell’adesso
sogni e voglie della mente

Tradimento che mi strappa
quando il verde dei tuoi occhi
trasognato tra la folla s’allontana
agrodolce che mi sballa nell’attesa del domani

tiziana mignosa
marzo duemiladodici

Note:
Titolo originale: "Le parole che avrei voluto leggere."
I commenti riferiti a questa poesia sono strettamente personali

Goccia o sole

Come il veleno
che l’acqua rende ostile
ma non si vede
così è la vita col dolore
quando incontro dopo incontro
tutte le sue facce sfoggia
e quasi non l’averti più
ma non perché è andato via
come avresti lungamente ambito

Il mutamento
che è gioco fisso della giostra infatti
delusione sopra delusione
ti modella a palato fuori uso
dopo che l’impeto focoso hai assecondato
di soddisfare la voglia smisurata
che ha invaso ogni attimo
di quel tempo

Ma il cibo
che contenta ancora la tua brama
riempie ma non sazia come serve
e non dona più brividi come quando
ogni minimo fruscio di foglia
ti rendeva goccia di tormento
o sole caldo e intenso che riscalda


tiziana mignosa
gennaio duemiladodici

A volte ciò che prima appare

Arriva sempre il tempo in cui
anche l’acqua s’incrina e perde sostanza
come nuvola rosa
che di morbidezza al cielo ride e dopo fugge
a volte ciò che il mondo prima appare
poi dissolve

Ma ciò che realmente è
tale rimane
come il sole che continua
a soffiare giallo ardore
nonostante il grigio sleghi il gusto dal calore

Come radici
che nel cuore della terra Amore cercano
tutto ciò che di verità nutre e si disseta
continua ad essere anche senza la sua forma

tiziana mignosa
gennaio duemiladodici

Nell'ultimo febbraio lungo il tempo

Anche se distante dal pensiero
nell’istante dell’inizio è già segnato
il tempo in cui il punto che il cerchio avvia
incontrerà la coda

Fu appuntamento e strappo
nell’ultimo febbraio lungo il tempo
atteso, voluto e anche temuto
scindendo ciò che più non era aprì la nuova strada

Valigia dall’ingombro veritiero
non visibile
una pianta che sarebbe morta
e un’altra per dimenticare nelle mani

Nel travaglio vive ogni distacco
immutato infatti è il fremito
morte che si rinnova e goccia
sul sentiero che il cambiamento abbraccia

Destino e giocoliere del rinnovo
non palese al frenetico alternarsi
per dare il la al bimbo
ripone il vecchio al capo

ma ogni volta che dall’occhio si divarica
ciò che più non torna
è strappo anche se intarsio
nell’angolo di velluto in fondo al cuore

tiziana mignosa
ventotto febbraio duemiladodici

Note: addio al CD, e a tutte le emozioni provate, abbracci di velluto e cartavetrata.