martedì 7 agosto 2012

Fuoco e legna



Fin quando il cruccio
correrà nel cerchio che unisce bocca e coda
sarà disco rotto
sulla miseria della stessa nota

Tono stridulo
che graffia l’anima del mondo
legna secca che combacia  con l’incendio
come conca col suo cerchio

Il carnefice non può esistere
se non trova chi la vittima impersona
specchio che li vede attori
intercambiabili ombre sulla scena

Stupido incantesimo
che allontana dalla gioia che ci spetta
se nessuno afferra che oltre che a soffrire
tutto ciò a nulla serve

tiziana mignosa
agosto duemiladodici

note: a Delfina, Giovanna, Germana, Elisa, Alessia, Alice

Templi coltivati a desiderio


Quando il calore della pelle
si mescola a quello della terraestate
il respiro brama il soffio
arsura che nell’acqua della vasca ottiene

Nel rito che mi vede a specchio
sovrana senza tempo dell’Amore
cristalli trasparenti invadono
templi coltivati a desiderio

Pulsione profumata
che di passione accende uno a uno i pori
quando col fuoco dei capelli scivola
nel senso opposto all’onda

Delizia e canto
è voce che ovattata giunge
ginocchia e seno
isole vergini nel lago

tiziana mignosa
luglio duemiladodici

Notte di note e poesia



Luci basse
di tentazione incendiano
vialetti e desideri tra le ombre della sera
tacchi sottili e svolazzi di seta ballerina

Sotto l’Amore delle stelle
tra sorrisi languidi e sguardi rubati
s’intrecciano preziose filigrane di pensieri
canti su note e poesia suadente

Respiro jazz
nell’invisibile abbraccio tra me e la luna
trame di luci e vento
in questo blu che odora di salsedine

tiziana  mignosa
luglio duemiladodici


Scritta per sfumature in jazz 1° edizione 29 luglio 2012 

In bici verso il mare


Si bacia con la mia essenza
l’estate quando
di passi roteanti scivola
tra campi di covoni ambrati verso il mare

Tra ombre e luci d’Eucaliptus
a tratti la cicala intona
l’ode che l’occhio induce
a fessura di piacere contro il sole

E scorro
tra bordi a erba oscillanti al vento
e gialli campi dove il soffio
di gioia mattutina mi fa sua

tiziana mignosa
luglio duemiladodici

Note: in estate, la mattina presto quando ancora il sole è mite, in bici verso il mare attraversando campi di natura sonnecchiante

Fiori e onde mare



Sole sulla pelle
d’ambra e d’afa
a piedi scalzi
m’annodo al battito del mondo

L’estate è trama
su cui l’Amore tesse orditi al desiderio
fiori e onde mare
per chi le reti issa sull’ordinario

Piacere che sgorga prorompente
a lato di chi ne fa offerta e rito
pelle di sale e vento che di piacere
annuso e sento

tiziana mignosa
luglio duemiladodici

Eredi fortunati di legami più profondi


Andrea è figlio di un Amore vissuto troppo in fretta
il suo respiro si è rotto in ragnatele di paure
e vive attraverso altri frutti
inconsapevoli specchi
eredi fortunati di legami più profondi

Ogni tanto mi viene a trovare
e come sale sulla carne al sole
mi rammenta che l’assenza
è agrodolce nodo
spina che ancora nutre e graffia l‘anima

tiziana mignosa
luglio duemiladodici

Al tempo giusto


Come tratto col gessetto
al tempo giusto
sul nero della lavagna emerge
ogni evento che dal pensiero giunge al fatto

Ma nell’età del dopo
di spugna si disperde
dietro la tenda che divide
attesa e fine dal lampo del presente

Spesso però accade
 che pur non conoscendo cerchio
il giro chiude anche ciò che sull’asse
pare sia stato il passo

Non puoi quindi pensare
che duri ciò che anche
senza dare il batticuore
ha donato la sua forma

S’abbraccia e poi si scioglie
strato sullo strato
nell’abbondante onda che accoglie il dopo
anche senza mai avere avuto il sole

tiziana mignosa
luglio duemiladodici

Onde scarlatte



Ed è subito brivido
e sorriso intimo
generoso omaggio di un’estate ruffiana
figlio di un sussulto
sottratto all’ombra della vita

Onde scarlatte e seducenti
creano ali di velluto e d’infinito
ladre del sapere delle mani
travasano alambicchi di fuoco sopra il fuoco

Preziose filigrane di desideri inconfessati
che la pelle accendono
sugli intrecci d’invisibili tremori
sparsi come caldi baci
sul candore delle spalle in fiore

tiziana mignosa
giugno duemiladodici

Nel palmo chiuso della mano


Tutti nasciamo
con una gemma preziosa
custodita nel palmo chiuso della mano
che a volte grida vita
e altre è riccio in religiosa attesa

Se d’attenzione vive
nella luce gioia dona
ma quando l’ora si fa goccia trema
e la paura al pugno stretto grida
d’allentar la dolce presa

L’abbandono nel dì del grigio
il protagonismo senza diritto  improvvisa
memoria persa sull’Amore
tra orme stanche e stupida illusione
di sogni sbriciolati lungo il viale

Ma ogni volta
che spazio diamo a ciò che di verità si nutre
lo scopo s’allinea al gusto del piacere
e l’orma sovrappone
a quella disegnata prima d’iniziare il passo

Basta veramente poco
per attivare il fuoco
che per diritto cosmico ci nutre e c’appartiene
così che quando la suola la via giusta riconosce
la pesantezza si fa ala e vola

E il tempo offerta
sull’ importanza di quel dono  
bussola preziosa
che da sempre tutti quanti custodiamo
nel palmo chiuso della mano

tiziana mignosa
maggio duemiladodici

Il campo di papaveri


Quando il giorno s’infuoca nell’azzurro
e il sole a picco spiomba
sull’asfalto che al dovere volge
svogliato il passo appare
e d’onde sfuma all’orizzonte

Prigionieri d’illusioni
accaldati e assorti visi
sfilano uniformi
mondi solitari dentro al mondo
tra compiti difficili da svolgere

E d’improvviso è dono
quel vento impertinente
amico che mi desta col suo soffio
che lesto di menta mi delizia
nel campo di papaveri nascosto

Labbra rosso fuoco
che al cielo sottilmente offrono
l’angolo più ardito del sorriso
e per godere maggiormente di quell’attimo
a liquida fessura fanno l’occhio

Segreto raffinato
che all’ombra della gonna compie il fato
amplesso col piacere
che tutto il resto lascia scomparire
nel caldo mondo che mi scorre al lato

tiziana mignosa
giugno duemiladodici