venerdì 25 gennaio 2013

In questa notte come tante


Solo un braccialetto di perle
un paio di guanti neri
e il mio profumo
in questo silenzio che mi culla
mentre fuori il mondo
mi graffia senza toccarmi

E intanto come unghie sulla lavagna
vortici impetuosi tentano d’inghiottirmi
ma nell’attesa di te
l’intrigo del mio bosco si fa nullo
e mi salvo costruendo con la mente
isole di sole galleggianti
che mi vedono attrice nel passato di domani

Nessuno vede il sangue
ma le ere
a volte sono strade lastricate di grandine e sudore
frammenti di gioia inaridita
ripide salite senza nessuna meta

-E ti penso-
e intanto sovrappongo mani a mani
sguardi sorridenti ad altri sguardi
e le lancette
continuano la gara con il sogno

Grattacieli di parole
che poi si perdono
come le pagine di un libro
che ancora non concede
il suo passo più lucente

In questa notte come tante
-un letto senza foglie-
un braccialetto di perle
un paio di guanti neri
e il mio profumo che mi avvolge

tiziana mignosa
gennaio duemilatredici


Per chi desidera ascoltarla:
http://www.suonamiunapoesia.it/SUPz_Mignosa_Inquesta_notte_cometante.HTML

Il grigio fare dal dolce piacere


Mentre come lampo
sull’idea mi illumino
che da sempre non esiste cosa
che non esiste
e che noi farfalle in agrodolce viaggio
ci andiamo solamente sopra
e la viviamo
credendo d’aver fatto chissà quale grande cosa

come se ne avessi venti
l’abbondanza sperimento
senza però sostanza
come la bella che con la mela in bocca
è caduta nel torpore
e la realtà con il sogno scambia
ma prima d’incontrare il dolce atteso
con i sette s’è spartita
i giorni bui della merla

Nani
che in quattordici per me raddoppiano
ognuno con in mano un dono
speciale e differente
tutti insieme fanno tanto
ma divisi poco e niente

L’ansia di sapere
e il timore di conoscere
non scalfiscono però l’antica cinta
che divide
invece di baciare
ancora il grigio fare dal dolce piacere

E cosi dell’estate che mi calza a genio
sono solo simpatici cerini
a dire il vero anche un po’ bagnati
che al divampo accennano
ma non m’accendono
e s’alternano scaldandomi
solamente una
delle tante dita che posseggo

E visto che tutto nasce dal pensiero
un po’ smarrita allora mi domando
 “Ma dov’è che ancora sbaglio?”

tiziana mignosa
gennaio duemilatredici

Protagonista dell'era incatenata


Quando l’apice del no raggiungi
il concetto di tradimento appare assai più chiaro:
o il comune senso del dovere anneghi
oppure come sempre
i desideri tuoi sono ad aver la peggio

E mentre l’uragano
si è fatto pioggerella lungo il tempo
fastidiosa
ma non più vile tormenta
sulle mani del martirio ti soffermi

ma anche sul lento asciugarsi della rosa
protagonista dell’era incatenata
mentre troppo a lungo
al bivio soffocavi i tuoi talenti

Fantomatici piaceri
attori e spettatori sulla stessa scena
scimmiottano un amore
che Amore non conoscono

E se è vero che essere corretti
è una gran bella cosa
t’accorgi che a volte per accontentare
il tuo sole soffochi nel pozzo

E cosi un po’ per il gusto della pace
e un po’ per le idee sbilenche
che nella testa ti hanno radicato
come le antiche ave ti ritrovi
ad eseguire l’esatto opposto
di ciò che in realtà volevi

tiziana mignosa 
gennaio duemilatredici

Il misterioso potere che la bellezza emana


Obbedendo al misterioso richiamo
della bellezza
alla mia destra trovo un varco
-non d’uscita-
ma di respiro

Intensi attimi d’incanto
che il mio piacere nutrono d’un fiato
e intanto mi soffermo
a giocare coll’idea
di quanto generoso sia il desiderio
quando isole di cristallina acqua
sugli aridi deserti d’improvviso reca

E per un istante
sulla fantasia del dolce bacio
la catena sciolgo
e dal palo dell’incertezza
dove da sempre m’incateno
m’allontano

Ma l’acqua
non è mai la stessa
a volte nutre e altre non disseta
e spesso è grigio assolo
che stenta a mantenermi a galla nell’attesa

Inaspettato gusto
di sponde e desideri che si sfiorano
sorrisi a cuori e fiori
che intorno a me il rumore tacciono
mentre mi lascio fluttuare
sui sentieri verdi dell’incanto

Il misterioso potere che la bellezza emana
mi guida su una terra ignota
-che mi attrae-

tiziana mignosa  
gennaio duemilatredici
.
note: per chi desidera ascoltarla:



giovedì 24 gennaio 2013

Frammenti di te


Ogni volta che m’imbatto in frammenti di luce
il canto della gioia intorno
piccoli sorsi d’estate
che di te sanno

e mi incanto
davanti isole verdi
dalle porte azzurre
come braccia aperte

Illusione che mi porta pezzettini di te
ma che nel poco mi conduce
nei giardini sbiaditi
dimora prediletta dai fiori di plastica

Arcobaleni menzogneri
colorati ad acqua
sul monte sommerso dal freddo
e dalla neve

e quando il lume accendo
gli accordi si fanno presto stonature e graffi
e i calzari della fuga tengo d’occhio
che invece d’annodare 
i lembi slacciano

Utopici sorsi che non dissetano
e che mai mi potano
a guardare il fondo del bicchiere
che alle mie labbra ho avvicinato

Occhi sgranati all’orizzonte
a contare i tetti delle case
mentre la saggezza mi sussurra
che tra tante in tutto il mondo
qualcuna ospiterà pure
chi con la mia essenza
a sorrisi e a specchio si combacia

tiziana mignosa
gennaio duemilatredici

domenica 6 gennaio 2013

Fiocchi di cielo ghiaccio e bianche attese


A volte lo spazio che ci cinge
d’improvviso si schiude al sogno
e della sua bellezza
lo sguardo nutre

Passi ovattati come i sensi
i giacigli del piacere invadono
e sul lento scivolare della neve
accordano battito e sentire

E’ quella l’età in cui
il silenzio partorisce il suono
fiocchi di cielo ghiaccio e bianche attese
la madre terra baciano

e in quell’attimo
l’incanto sazia la sua antica sete
come il respiro del presente
che scandisce un tempo
senza tempo

tiziana mignosa
dicembre duemiladodici

Stralci di vita rimpianta


Ipnotici percorsi
tracciati da esili dita
disegnando l’infinito nell’aria
raccolgono stralci vissuti
di vita rimpianta

Magie d’umide e torride estati
sinuose scandiscono
note già Amate
che nel crepuscolo
dagli albori ritornano

Regine volanti di monti e di mari
il vento cavalcano
nenie antiche che a tratti alimentano
campi di papaveri e grano
di rossi e d’oro oscillanti

Desolate terre
di fermento e passione
dei battiti l’emozione trasportano
ebbre di gioia e bellezza
 coi passi di ieri il mondo al sorriso riportano


tiziana mignosa
dicembre duemiladodici

sabato 5 gennaio 2013

Di un tempo lontano che ritorna


Guardiani di umidi segreti
gli occhi
intrufolandosi tra i gialli e i verdi
le bianche nebbie dei colli schivano

Avidi sguardi
bellezza celebrano
mentre i corpi
l’immobilità vivono dell’attesa

Antiche fertilità
riappropriandosi del respiro smarrito
riallacciano l’impolverato patto
tra terra e cielo

Eco ovattate
di un tempo lontano che ritorna
partoriscono un silenzio irreale
che il vento non riesce a disperdere
mentre languidi sospiri
l’orizzonte arabescano d’infinito

tiziana mignosa
dicembre duemiladodici