lunedì 21 dicembre 2015

La magia del dare e dell'avere



Accoppiando le domande alle risposte
col senno che nel dopo arriva
le caselle un po’ sperdute
il disegno mi cominciano a mostrare

E mi accorgo che ne ho collezionate tante
di carezze assai gentili e pugni tosti
a seconda di quanto azzurro
in quell’attimo il mio cuore attraversava

Ma è difficile per il novello alchimista
agilmente destreggiarsi tra i sassi
e la magia che gli consente
di trasmutare il bronzo in oro

Dilemma tra il vedere il masso
-che l’inciampo reca-
o il riconoscerlo come piolo
che al cielo invece lo sospinge

A tentarmi
col suo vuoto
e col suo pieno infatti
il bicchiere mi compare spesso agli occhi

e così quell’uno che m’hai dato
mentre il bordo del mio calice raggiunge
per magia si centuplica
e m’inonda con la Luce e col Piacere

Altre invece è goccia
solitaria e tintinnante
che si perde e mi distrugge
nell’arsura delle zolle

Devo ammettere però
che senza te il nuotatore incerto
non avrebbe mai abbandonato il suo timore
che alla riva e al tormento lo incollava

La magia del dare e dell’avere
benedice e santo rende ogni incontro
anche quando dura solamente
l’esiguo battito di un giorno

ed è per questo
che sul tuo cuore addormentato
al di là di ciò che credi di sapere
il mio sentito grazie soffio


 tiziana mignosa
gennaio duemilaquattordici


Note: ogni aspetto della vita possiede le due facce della medaglia, a noi la scelta di vedere l’una o l’altra. Riuscire a focalizzarsi  sempre sul bene, o comunque sulla lezione da imparare, ci consente di alleggerire la sofferenza che a volte proviamo e quindi a diventare migliori.


 Per chi desidera ascoltarla dalla voce di Domenico Tota:
http://www.dailymotion.com/video/x2fkbjs

domenica 20 dicembre 2015

Anche tra la leggerezza e la superficialità


Tra l’amicizia e l’Amore
intercorre spesso un muro di cartone
a volte le circostanze fanno le veci della colla
e altre invece piove

Non sempre però
è facile capire
ciò che al confine vive

il cuore conosce bene
l’odore buono di ciò che verità trasuda

Anche tra la leggerezza e la superficialità
esiste un muro

è di carta velina e il rosso vede
quando nell’arancio sfuma
se sceglie d’avvicinarsi al giallo

Solo collezionando preludi
c’è chi crede di essere
dell’Amore il Dio

esattamente come chi si pensa lettore
quando di ogni libro si ferma all’introduzione

C’è invece chi preferisce darsi tempo
per gustare fino in fondo ogni regalo

Eppure non ci sono scelte giuste
e scelte sbagliate
diversi sono solo i modi per imparare il ballo

Questo però non toglie
che se la musica non canta il mio sentire
io possa sempre scegliere
di girare l’angolo e sparire

tiziana mignosa
gennaio duemilaquattordici




Il desiderio non svanisce solo quando è sazio


Di calda Luce ubriacano
altre di buio mi confondono
sono granelli bicolori
i ricordi che nella mia mente
si rincorrono

Tanti sono i discorsi conservati
molti ridevano col sole
altri sapevano di freddo
sicuramente però
non mi hanno sotterrato

Il desiderio non svanisce
solo quando è sazio
e anche se fosse di platino e rubini
se troppo si divarica sull’attesa
in fondo al mare la sua dimora incontra

E così quando l’elastico
si è fatto corda senza più parole
m’accorgo che nulla più puoi fare
che possa farmi cambiare direzione

Il punto di non ritorno
è scritto con unghie e sangue sulla vetrata
e l’opportunità per te cancella
di sostare un’altra volta ancora
sulla linea di partenza

tiziana mignosa
gennaio duemilaquattordici



sabato 19 dicembre 2015

Il giardino galleggiante



Da troppo tempo ormai esitavi
tra il dormiveglia insano
della sponda conosciuta
e la terra lontana
che sognavi

L’incertezza
aveva radici lunghe
ma erano fatte di vento
e cartapesta




E’ stato sciocco
confondere il pianale della chiatta
che le tue rive ha costeggiato
con l’erba profumata che domani
conoscerà i tuoi passi

L’accordo fu stilato
al tempo senza tempo
e subito dopo
dimenticato

Ma quando l’ora sulla terra vi travolse
furono calici di nuvole e materia
sguardi e dopo mani
e di lui il sorriso ti entrò dentro

Le isole non baciano altre isole
                                                                il mare le divide      -avresti dovuto saperlo-
ma anche il coraggio
di nuotare per andarle a cercare

Non era terra ferma
ma giardino galleggiante
il suo compito è finito
un giorno di gennaio
in mezzo al mare

tiziana mignosa
gennaio duemilaquattordici

Quello che ci accade è specchio



Criticare ciò che ci sta davanti
serve solo a farci male
ogni esperienza che ci schiaccia a terra
 c’abbraccia sempre con ambedue le mani

Nella prima
la sofferenza porta
nella seconda invece cela
l’opportunità di stare bene

E’ arrivato infatti il tempo
di ricordare che ciò che ci accade è specchio
ma anche che tutto è perfezione
anche quando anneghiamo nella pozza dell’alluvione

Ed è per questo
che di abbandonare scelgo
quel pensiero che sulla critica m’imbriglia
perché comprendo che è molto meglio
tentare d’imparare la lezione


tiziana mignosa
gennaio duemilaquattordici



Leggera

foto di Daniela Ghibli Taliana 


E mi ritrovo qui
-dopo averti guardato
fin quando ho osato farlo-
in questa quiete ovattata
colma solo di me stessa

dove la frenesia dell’oggi
e neanche i ricordi
-o il tuo silenzio-
riescono ad arrivare

Dove il graffio di ieri
e il timore del domani
s’assopiscono
e poi    dissolvono

Ed è subito magia
e i sassi
si fanno polvere
dove sbocciano sorrisi

L e g g e r a
mi lascio andare
concedendomi di fluttuare
in quest’ampiezza  che m’avvolge
e senza giudizio Ama     e mi guarisce

Scivolo
e poi risalgo
-accetto il ballo-
lungo pareti d’acquosità azzurre

Mi giro
e mi rigiro
e il cielo diventa terra
e la terra cielo
-ed io rinasco-

Sciogliendo i lacci
non gioco più al fare
-scelgo d’essere-
ed è così che i varchi
sul nuovo giorno s’aprono

Dolce    mi carezza
questo lambire che bonifica
e vastità infinite
mi si schiudono davanti

Ed è canto
-e poi un altro-
l e g g e r a
tra un sogno già finito
e un altro

tiziana mignosa
febbraio duemilaquattordici

Note: dopo ogni distacco c’è un momento “fuori dal tempo” in cui si rimane solo in compagnia di se stessi, uno spazio interiore dove si elabora ogni virgola vissuta.
Uno luogo ovattato dove ci ricarichiamo,  buttando via le scorie e tenendo per noi solo i sorrisi, prima di abbracciare  il nuovo che c’attende.
**Quando qualcosa va via è solo perché siamo pronti per qualcos’altro**

Per chi desidera ascoltarla:
http://www.dailymotion.com/video/x266ksd_tiziana-mignosa-leggera_creation 



morti vanno seppelliti




E’ nuovamente bosco
energia che si disperde
prima di trovare la radura priva d’ombre

Luce e buio che s’alternano
una volta è cielo
e l’altra è terra

I morti vanno seppelliti
tenerli nella stanza
non fa bene

Là dove la spontaneità
il passo difettoso prende
la volontà i passi guida

ed è così
che dalla goccia
il fiore della gioia sboccia

tiziana mignosa
febbraio duemilaquattordici



mercoledì 16 dicembre 2015

Isole a tempo




Quando la salsedine si fa fiato
-e non più solo pensiero-
un bel giorno gli occhi apro
e non trovo più la zattera
e nemmeno l’isola
che ho lasciato

Nella vita arriva tutto
compreso il giorno che la svolta cela

Ma come il viandante
che per indossare
dell’alchimista i fatti
le scarpe impolverate posa
così dal buio e freddo piombo
di sorriso l’oro ho tratto

Immenso
è diventato troppo presto
il mare buio e aperto
-sono sola -
e quasi mi stupisco
di riuscire anche a nuotare

Bella come terra verde
e profumata
dopo aver concluso la missione
nel buio della notte
-e senza neanche una parola-
l’isola s’è dissolta

D’acqua e zattere
è il percorso per intero
che su altre zattere ci porta
isole a tempo
che solo l’odore e l’aspetto hanno
dell’ Amata terra ferma

E il mio grazie va’ alla goccia
che Luce sulle fitte nubi porta

Il passo
sull’isola che di verità si nutre
di legno e polvere di campo
non echeggia
è felpato e di verdi germogli
e odorosa terra palpita


tiziana mignosa
gennaio duemilaquattordici


Ultimo pensiero oltre la siepe delle more



Tra il camino e la bufera
la porta era l’unico ponte
che la bandiera della speranza
oltre il timore dell’ignoto
alzava

La chiamavano certezza
ma era gabbia
e l’usignolo non sentivo
seducente e ostile
appariva invece il mondo fuori

Fiori dalle radici di carta
passi incerti
lungo il tempo hanno forgiato
estati e inverni consumati
tra il focolare e l’uscio

Il suo sorriso
era invece estate
-dal cuore di neve-
menzognera scatola di lustrini
che si spalancava su nudi abissi

Suadente
aveva lo sguardo
e favorevoli venti soffiava
sulla porta di cemento
resa tessuto

Allontanando l’ieri
fiori sulla pelle
la gioia tratteggiava l’oggi
ma dieci passi oltre la soglia
giovane la scena m’ha cambiato

Ultimo pensiero oltre la siepe delle more

tiziana mignosa
marzo duemilaquattordici

l'Amore che conosco io


(Scritta sulle note di Magic, Coldplay)

L’Amore non conosce le leggi della terra
per questo non le segue
il batticuore è la sua bussola
e al secchio versa sempre
razionalità e ragione

Tra infuocate zolle
e giardini rossi e verdi
s’intrufola e dopo palpita
ma come i fratelli più piccini
se ferito              s’allontana

Piange e si dispera
ma dopo si rialza
e di sorriso la magia riafferra
della corsa trattenuta
e Amata

Tra arsure impegnative
e l’incanto d’oscillanti fiori al vento
paradiso e inferno
si snodano sinuosi
lungo il tempo

Portando il cielo sulla terra
quando i sassi lungo il viale incontra
non li scansa
li  a t t r a v e r s a

L’ Amore che conosco io
nutre ciò che sfiora
vive e cresce
possiede ogni cosa
e per questo nulla chiede
tiziana mignosa
9 settembre 2014 plenilunio

Note:  chi non si lega alla materia e possiede un passato e un accordo da custodire non teme il tempo e le sue pietre

martedì 15 dicembre 2015

Il sole e la luna



Anche se partoriti dalla stessa alba
il Sole e la Luna
non possono essere
gli Amanti che vorrebbero

Si cercano e si rincorrono
vita dopo vita
Ali e Pietre adesso
su cieli diversi da abitare

Il ventaglio aperto
e il riccio
non riconoscono
che li divarica lo stesso oscuro cruccio

e apparenze differenti
sulla vita vomitano
binari paralleli che vicini scorrono
ma non s’incontrano

Strappo della stessa goccia
unico battito
divisi
tra folle di metropoli differenti

tiziana mignosa
settembre duemilaquattordici


Note: video e voce di Domenico Tota 

Incantata



Quanto caro mi è
quel dolce abbandonarmi
a quei frammenti di Luce cristallina
che col battito prepotente
nell’Anima tremante per l’inatteso dono
a volte le radici d’oro in me espandono

E alla magia di nuove porte assisto
che dai bianchi muri
dal nulla
forma prendono
e su oceani di possibilità e bellezza
si spalancano

Emozioni galoppanti
che nell’era senza tempo
allo splendore del presente
altra bellezza aggiungono

Li vivo
e mentre ciò accade
ne riconosco l’impeto
fuoco e forza
che nel persempre d’Armonia
il mio sentire forgiano

M’invadono
e d’Infinito mi riempiono
mentre i n c a n t a t a
del talento altrui mi nutro
e ancora più Felice
a nuova vita sorgo


tizianamignosa
ventitreagostoduemilaquindici


note: mentre viviamo in quel dormiveglia costante che è la vita media delle persone sul pianeta terra di questa epoca, a volte, e grazie a un evento piacevole, si creano come degli squarci spazio temporali in cui come per magia  è possibile attingere ad altra bellezza del passato e/o del futuro che ci potenzia accrescendo l’intensità del sentimento che stiamo vivendo in quel dato momento.
“Questi sono attimi preziosi; riconoscerli e viverli con consapevolezza fa la differenza.”

Il mio grazie agli organizzatori del premio Carrubba d’Oro 2015, Rosolini, che, con ciò che hanno saputo realizzare hanno fatto sì che io vivessi un altro di quei momenti di magia e grazia.