Adesso che il tempo ha messo a fuoco
ciò che prima scorreva senza sostare
mi ritrovo a rovistare
nella tasca delle analogie
alla ricerca di quel nome che
a quel volto si potrebbe accavallare.
Da gesti e voce
appena percepite
timida
l’idea germoglia
del carattere di chi con garbo e discrezione
tutti i giorni si reca chissà dove.
Vuoti
che di fantasie la festa appendono alle pareti
caramelle colorate dentro
ceste di vimini troppo spesso
solo alloggio per oceani
che si rivelano acquitrini.
Acerbi batticuori
sulla traballante pila di quelli già sfioriti
increduli s’attardano
di fronte l’ipotetico percorso
granelli ed eventi
che sarebbe meglio non sollecitare.
tiziana mignosa
settembre duemiladieci
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