Non sempre sono fosse e sassi
a volte la vita di festosità t’incanta
sui fulgidi desii che di sorpresa cogli.
Madreperlaceo è il fiore dell’Amor sacro
vermiglio infervorato quello profano.
Occhi … che l’azzurro colgono
e dritti dritti giù, in fondo
al cuore scorticato giungono.
No, non servono parole
quando da soli narrano
l’Amore vero, l’immenso e il suo candore.
Eppure, sono sempre loro a dialogare
quando t’abbeveri dallo scarlatto calice
di fervidi desideri e negazioni colmo
mentre raggiante regina della sera
golosi occhi come mani incontri.
Infuocati sguardi
senza pudore alcuno mostrano
tutto e più di ciò che vogliono.
Brividi come onde calde sulla pelle
quando da subito e lungo tutto il tempo
ovunque addosso ti si spalmano.
Niveo non è quel sapore
eppure quanto zuccherina è
l’infervorata bizzarria
che mordendoti il dolce labbro
d’umido piacere ti confonde.
Leggerezza e profondità l’Amor sacro
fuoco e turbamento il profano
peccato che spesso s’arresti a non più sotto di un millimetro
dell’ultimo indumento che hai indosso.
tiziana mignosa
28 04 2009
Nota dell'autrice:
desidero si sappia che questa poesia l'ho scritta dopo essere stata ispirata dalla "gradita" citazione che il giornalista-amico Santi Pricone durante la serata di presentazione del mio libro a Siracusa ( La storia senza fine ) ha fatto sul grande maestro del Rinascimento italiano Tiziano e il suo capolavoro "L'Amor Sacro e l'Amor Profano"
Forse questa mia vuole essere, così come ho risposto durante la serata, una conferma ulteriore che non sono io a cercare l'ispirazione ma semmai è l'ispirazione che cerca e trova me.
Nessun commento:
Posta un commento