Tra il camino e la bufera
la porta era l’unico ponte
che la bandiera della speranza
oltre il timore dell’ignoto
alzava
La chiamavano certezza
ma era gabbia
e l’usignolo non sentivo
seducente e ostile
appariva invece il mondo fuori
Fiori dalle radici di carta
passi incerti
lungo il tempo hanno forgiato
estati e inverni consumati
tra il focolare e l’uscio
Il suo sorriso
era invece estate
-dal cuore di neve-
menzognera scatola di lustrini
che si spalancava su nudi abissi
Suadente
aveva lo sguardo
e favorevoli venti soffiava
sulla porta di cemento
resa tessuto
Allontanando l’ieri
fiori sulla pelle
la gioia tratteggiava l’oggi
ma dieci passi oltre la soglia
giovane la scena m’ha cambiato
Ultimo pensiero oltre la siepe delle more
tiziana mignosa
marzo duemilaquattordici
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RispondiEliminaMeravigliosamente mia questa lode con il permesso dell'autrice.
RispondiEliminaGrazie, Antonio, le poesie sono di chi le apprezza e non di chi le scrive, quindi ci sta tutta: è tua! :) :)
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