Sulla via che al giorno ti conduce
incontri sempre la tua porzione di dolore
seguita a tratti dagli amati raggi del sole
ma quando l’usura getta via i calzari
ti bacia quell’inspiegabile condizione
dove il giusto valore dai all’ultimo e ancor di più all’altro
e non si tratta dell’umano disinteresse
come verrebbe bene di pensare
quello che si prova ha ingredienti assai pregiati
distacco dalle cose della terra
o se preferisci
divina indifferenza.
E’ lei che a quel punto ti porta a camminare
un metro sopra le tue stesse impronte
serenità sulla consapevolezza che aculei e dolci anelli
sono solo i minuscoli granelli
che da sempre i deserti formano
di infiniti altri aculei e altri anelli ancora.
Ma attenzione
abitante del nuovo spazio
perché all’ingresso le pareti sono carta velina e non cemento
ed è per questo che il rischio corri
di lasciarti ancora influenzare
dai sentimenti fluttuanti della terra.
tiziana mignosa
dicembre duemiladieci
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