A volte azzerando
tutto il resto
mi colloco per intero
sulle mani
e da lì assorbo il
gusto pieno
che mi viene dalle
cose
Il muro –come
arancia-
sul palmo aperto
mentre vengo giù
e mi soffermo
scivolando
ad occhi chiusi dalle scale
O quando le dita
Amano
la pelle vellutata
della pesca
o mentre di te
s’assorbono
sbocciandomi di
languido piacere
A volte è gioia
che da fuori viene e
inonda
e altre è la mia mano
che prende per intero
Ma quando vagabondo
su me stessa
il gusto si raddoppia
perché il mio sentire
oscilla
su ciò che dona e ciò
che prende
tiziana mignosa
ottobre duemiladodici
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