Ogni volta che m’imbatto in
frammenti di luce
il canto della gioia intorno
piccoli sorsi d’estate
che di te sanno
e mi incanto
davanti isole verdi
dalle porte azzurre
come braccia aperte
Illusione che mi porta
pezzettini di te
ma che nel poco mi conduce
nei giardini sbiaditi
dimora prediletta dai fiori
di plastica
Arcobaleni menzogneri
colorati ad acqua
sul monte sommerso dal freddo
e dalla neve
e quando il lume accendo
gli accordi si fanno presto
stonature e graffi
e i calzari della fuga tengo d’occhio
che invece d’annodare
i lembi slacciano
Utopici sorsi che non
dissetano
e che mai mi potano
a guardare il fondo del
bicchiere
che alle mie labbra ho
avvicinato
Occhi sgranati all’orizzonte
a contare i tetti delle case
mentre la saggezza mi
sussurra
che tra tante in tutto il
mondo
qualcuna ospiterà pure
a sorrisi e a specchio si combacia
tiziana mignosa
gennaio duemilatredici
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