Mentre come
lampo
sull’idea
mi illumino
che da
sempre non esiste cosa
che non
esiste
e che noi
farfalle in agrodolce viaggio
ci
andiamo solamente sopra
e la
viviamo
credendo
d’aver fatto chissà quale grande cosa
come se
ne avessi venti
l’abbondanza
sperimento
senza però sostanza
come la
bella che con la mela in bocca
è caduta nel
torpore
e la realtà
con il sogno scambia
ma prima
d’incontrare il dolce atteso
con i
sette s’è spartita
i giorni bui
della merla
Nani
che in
quattordici per me raddoppiano
ognuno
con in mano un dono
speciale e differente
tutti
insieme fanno tanto
ma divisi
poco e niente
L’ansia
di sapere
e il
timore di conoscere
non
scalfiscono però l’antica cinta
che
divide
invece di baciare
ancora il
grigio fare dal dolce piacere
E cosi dell’estate
che mi calza a genio
sono solo
simpatici cerini
a dire il vero anche un po’ bagnati
che al
divampo accennano
ma non m’accendono
e s’alternano
scaldandomi
solamente
una
delle
tante dita che posseggo
E visto
che tutto nasce dal pensiero
un po’
smarrita allora mi domando
“Ma dov’è che ancora sbaglio?”
tiziana mignosa
gennaio duemilatredici
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