Sulla strada “moneta a uguale scambio”
il viandante s’era smarrito
e se ne sta lì
con un piede sul traguardo
e l’occhio sbigottito sul perché
la pancia dolorante tra le mani
a confortare l’ultimo colpo andato a segno.
Mentre l’essenza dell’alchimista lo baciava
il selcio diventava preziosa pietra
quando dell’offesa ne faceva
sorriso e Amore la sua moneta.
Nasceva così l’alchimista
che anche senza conoscerne la motivazione vera
trasformava il pianto in gioia
quando i panni impolverati abbandonava
di chi della provocazione
ne faceva ancora
sterile insulto di difesa.
Accogliente sulla rabbia che gli arrivava
la leggerezza dell’Amore al mittente ritornava
e intanto un altro quadratino di cemento
su questo mondo si faceva prato e fiore.
tiziana mignosa
settembre duemiladieci
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