Ti canto a me in quelle notti in cui
il sonno è morfina sulla vita
quando del giorno il passo
è inciampo umido
e ruvido è il percorso.
Fragilità che affiorano
come cristalli dal sole troppo lontani
è danza a rischio
sul bordo sdrucciolevole della materia
paura di finire in fondo alla scarpata.
Ritorno allora
col cuore e colla mente
a quando girasole imbrigliato dentro al tempo
sognando l’infinito
sulle lancette sospiravo.
Tu … il mio sole
adesso come allora
quando i confini erano mucchio
sui detriti da scartare
e noi eravamo uno e l’infinito intero.
E d’infinito
raccolgo attimi di vita andata
riflessi spezzati della tua bellezza senza fiato
piccoli, meravigliosi assaggi
giusto per non morire della tua assenza.
Tu
il sole mio
non dimenticarlo.
tiziana mignosa
luglio duemiladieci
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