Mentre coi pensieri ancora assonnacchiati
tra l’acqua e il lavandino mi specchiavo
l’altra mattina una farfalla
la danza della morte
tra lo zampillo e il mio risveglio interpretava.
“La colpa è tua” gridava
mentre da una parte all’altra
come se invece fosse
tra fili profumati d’erba al sole
stizzita se ne andava.
“Vai via” la invitavo
“se non vuoi farti del male”
ma lei imperterrita
troppo vicina al getto
continuava, testarda, a svolazzare.
Senza alcun indugio
il rubinetto allora ho chiuso
ma non ho fatto in tempo
a volerla via dal pericolo cercato
che l’ho vista scomparire dentro al buco.
La colpa è mia perché ho lavato il viso?
Mi chiedevo sbigottita
mentre ormai tristemente sveglia
il silenzio del dopo
violentava la mia mente.
tiziana mignosa
settembre duemiladieci
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