mercoledì 25 agosto 2010

La casa dello zio

Con tenerezza oggi ho accarezzato
l’amato tempo in cui
la speranza si schiudeva
al candore dell’età del miele
quando l’attesa
nella casa dello zio
d’antico e la sua bellezza respiravo.

E così
mentre i gradini delle scale accarezzava
s’apriva al vento la seta del vestito ai piedi
petali di quel fiore azzurro
tratteggi adolescenti
sui delicati battiti
d’amori acerbi ancora da gustare.

Soffi di magia
nei saloni d’altri tempi
che di grandiosità ormai vissute
al mio sentire sussurravano
emozioni raffinate di zagara e limoni
e cicale canterine
tra il vermiglio dei gerani
e i fichi d’india al sole.

Campagna seducente
posseduta da un’estate
d’infuocati pomeriggi
al fresco di odorose fronde
e notti al chiar di luna
stagione ormai vissuta
ma mai dimenticata.

tiziana mignosa
luglio duemiladieci

nota: è un dolce scivolare nei ricordi quando, adolescente, insieme alla mia famiglia mi recavo a trascorrere quello che erano delle serate, a volte anche pomeriggi, a casa di un amico, che noi ragazzini chiamavamo zio, zio Antonio, dove si riunivano a turno, ora in una e ora nell’altra casa, gli amici che percepivo come sofisticati, dei miei genitori.

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